Il Cantastorie
Presente dagli albori della civiltà, ebbe grande importanza fino al ‘900.
Conosceva a memoria i suoi ‘cunti’ in rima e li divulgava con gran piglio teatrale al popolo, analfabeta, desideroso di ascoltare le vicende epiche e fantastiche che senza questo personaggio non avrebbe appreso.
Fino al dopoguerra le piazze sicule erano gremite di gente e lui con una chitarra ed un cartellone ‘cuntava’ la storia del bandito Giuliano o fatti di cronaca recenti, mentre a Napoli, Porta Capuana già non ospitava più Mastro Tore che alla fine dell’800 narrava le gesta di Rinaldo, le storie dei briganti o la favola de ‘Lo Guarracino’, un pesce immangiabile, ma, secondo la credenza popolare, ricco di significati magici, tra cui quello d’essere propizio alle giovani coppie unite in matrimonio.